Corinna Teresa Ubertis

Pseudonimo Teresah
25 luglio 1874 – 2 ottobre 1964

Corinna Teresa Ubertis[1] nacque a Firenze il 25 luglio 1874, anche se molte fonti ne indicano erroneamente i natali a Frassineto Po (Alessandria).

Probabilmente il disguido deriva dal fatto che Corinna Teresa visse parte della sua infanzia proprio a Frassineto Po, essendo il padre frassinetese: il colonnello Giuseppe Ubertis, mentre la madre era Bianca Trolli originaria del Lago Maggiore.  Teresah era la secondogenita, mentre la primogenita Samira (chiamata in famiglia Lillina) morì a Bologna nel 1877 a soli 4 anni e mezzo, il ricordo della sorellina soppravvive in alcuni versi dedicati in commemorazione.

La carriera militare del Padre, ufficiale di commissariato e poi di amministrazione fece spostare la famiglia prima a Bologna, poi in Toscana, soprattutto a Firenze e a Livorno, ed in seguito a Roma, con estati passate a Rapallo e a Turbigo. Fu donna elegante e fine tanto da essere descritta “fisicamente quale a leggere le sue novelle, i suoi romanzi, i suoi versi ce la possiamo immaginare: bionda, fine, aristocratica, con un po’ di mestizia nel viso stanco e negli occhi cerulei”.  Rimanendo alla descrizione fisica, così ne parla l’autore dell’articolo apparso su  “Almanacco Italiano” del 1922: “L’immagine che si profila nella mente di chi si lascia cullare dal fascino di questa sua arte soave è – come ben definì Luigi Tonelli – un’immagine di madonna fiorentina, alta e sottile, passeggiante solitaria e silenziosa lungo prode fiorite nel crepuscolo mattutino”.

La prima notizia che troviamo sulla sua attività artistica è quella secondo cui si rivelò al pubblico nel 1902 con la novella Rigoletto, che vinse un concorso della rivista “Lettura” di Milano.

A venti anni cominciò a pubblicare poesie sotto lo pseudonimo di Teresah, con il quale divenne poi nota nel mondo letterario e teatrale. Cominciò infatti proprio con la lirica ed il teatro, per poi dedicarsi quasi esclusivamente alla novellistica e alla narrativa. Vale la pena ricordare che le sue prime novelle furono tradotte in francese ed in tedesco e pubblicate dalla “Revue de Paris” e dai principali quotidiani di Berlino e di Vienna.

Pubblico e critica concordarono nel considerare Teresah innanzitutto una poetessa. Il Libro di Titania edito a Napoli dal Ricciardi nel 1909 fu la raccolta di versi che ottenne maggiori consensi e fu definito come uno dei primi esempi di verso libero in Italia. Furono anche apprezzati da parte del pubblico e della critica dell’epoca le raccolte L’ombra sul muro (Firenze, 1922) e  Canzoncine (Firenze, 1917).  Per quanto riguarda la sua attività teatrale, M. Gastaldi nel suo Panorama della letteratura femminile contemporanea ci informa che il primo dramma ad essere rappresentato fu Il Giudice, messo in scena nel 1903 da Ermete Zacconi, quindi tradotto e rappresentato in Russia. Una diversa fonte, invece, attribuisce tale primato all’opera Sul Gorner,  portato in scena dalla compagnia drammatica Leigheb-Tovagliati  al Teatro Manzoni di Milano la sera del 5 febbraio 1902, con ampio risalto sull’articolo apparso sul “ Corriere della Sera” del 6 febbraio,spettacolo replicato la sera successiva.

 Assurta quindi a rapida notorietà, e giovanissima, fu anche collaboratrice della “Gazzetta del Popolo” e di numerosi periodici nonché, in un secondo tempo, redattrice del “Corriere dei Piccoli”. La sua attività letteraria non può dunque prescindere dalla considerazione della sua appartenenza al settore giornalistico: collaborò assiduamente alla terza pagina del “Corriere della sera” dal 1907 fino allo scoppiare della guerra.

Nel 1907 si prodigò molto per la ricerca di fondi per la Colonia Marina Alpina Casalese fondata dal dottor Ambrogio Ubertis, tanto che fu mirabile una sua conferenza al Politema Casalese che fece giungere oltre 500 persone che non riuscirono tutte ad entrare nel teatro casalese.

Nel 1909, invitata dal Marchese di S. Giuliano, ambasciatore italiano a Londra, tenne nella capitale inglese varie letture di versi suoi alla “Dante Society” e in colti ambienti londinesi. Parlò per ben due volte al Collegio Romano dietro invito di S.M. la Regina Margherita  e, ci dice sempre Gastaldi, “tenne applaudite conferenze nei principali teatri e nelle più severe sedi di coltura d’Italia”, tanto da meritarsi la fama di “fine dicitrice”. E tale fama di Teresah venne confermata in occasione della “memorabile commemorazione di Miss Edith Cavell, infermiera martire per l’umanità, che tenne per la Croce Rossa, e che tanto interessò l’Ambasciata d’Inghilterra da fare chiedere il consenso di pubblicare l’orazione in opuscolo e diffonderla fra le truppe e nei paesi neutrali”. Dunque non fu un caso che alcune sue opere furono tradotte in inglese, francese e tedesco.

Per contro Teresah ebbe anche notevole successo come traduttrice di scrittori e drammaturghi, fra i quali Ibsen, noto drammaturgo e regista teatrale norvegese. Non si può non riconoscere il fatto che questa scrittrice dimostrò fin dalle prime manifestazioni letterarie un temperamento eclettico, tanto più evidente se si guarda alla gamma delle sue opere che comprendono romanzi, novelle, opere teatrali, odi e raccolte di versi, racconti per l’infanzia. Non va neanche sottovalutata la giovane età di Teresah, considerando che la sua attività


[1] I veri nomi imposti alla nascita furono Corinna Giovanna Teresa Arcangela.