“ Il turismo del futuro ?
Parte dai cittadini residenti, dalla loro qualità di vita,
dalla capacità di essere felici,
dalla loro cura della terra che abitano.
I turisti arriveranno di conseguenza”
Carlo Petrini
Oratori Campestri
Oratorio di San Rocco
Arrivando da Borgo San Martino, quindi a Sud, si trova l’oratorio di San Rocco.
Ancora oggi questo oratorio è posto ai limiti del territorio urbanizzato. Infatti, gli oratori dedicati a San
Rocco, venivano generalmente costruiti prima degli accessi al centro abitato, in quanto il Santo era invocato
contro la peste e le malattie epidemiche e quindi in grado di fermare le malattie alle porte delle città e
paesi. In certe zone era considerato protettore dei contadini e pregato per la difesa delle malattie
epidemiche degli animali. Situato ora vicino all’auditorium di San Rocco; è in stile neogotico, costruito
attorno al 1570 e rimaneggiato nel XIX secolo. Conserva stucchi settecenteschi e un affresco raffigurante la
“Madonna con Bambino, San Rocco, donatore e figlio con due Vescovi” datato XVI –XVII secolo ed è
attribuito al pittore alessandrino Giorgio Alberini. Questa chiesetta fu voluta dal duca di Monferrato
Guglielmo Gonzaga, come ex voto per l’avvenuta guarigione del figlio.
Oratorio della Madonna del Buon Consiglio
Posta alla periferia Est del paese. È in ottime condizioni, fu costruita nel 1900 per volere di Muzio Federico e
fratelli. Si celebrano le S. Messe nel mese di maggio dedicato alla Madonna.
Oratorio di San Cristoforo
Dopo un tratto di strada sterrata in direzione del fiume Po a Est, si trova quello che rimane della chiesetta
campestre dedicata a San Cristoforo. Di quell’antica costruzione del 1572 non rimane più nulla e non vi è
nemmeno più memoria dei restauri del 1754. Nel 1909 fu rifatto il tetto che minacciava di crollare.
Attualmente è in cattive condizioni ed in disuso.
Colonna di Santa Maria
L’antico oratorio campestre di Santa Maria dell’Annunciazione si trovava sino all’inizio del 1900 ad Ovest
del Paese sulla strada che proviene da Casale, Attualmente non resta che una edicola, fatta erigere a
ricordo del precedente oratorio.
Centro storico
Il centro storico del borgo è l’autentico gioiello: partendo dalla piazza Vittorio Veneto, si incontra subito
una colonna ottagonale con croce, eretta come scritto nella lapide posta su una facciata, nel 1582 in
occasione della visita di San Carlo Borromeo a Frassineto Po.
Questa zona nella parte alta murata è gradevolmente aggraziata da alberi di frassino (un albero di alto fusto
che forniva agli antichi abitanti del luogo, legno per i manici per le asce, gli strumenti di lavoro della terra e
per le lance) nella parte bassa il giardino del pozzo antico alberato, ricavato nel fossato degli antichi
bastioni. Il Rollino detto anticamente Airale. In molti paesi monferrini, venivano chiamati Airali, quelle aree
pubbliche poste a mezzogiorno fuori le mura del borgo. Sicuramente ove oggi c’è una specie di ponticello
un tempo c’era una porta d’accesso al borgo detta del “Rollino” e dalla parte opposta in fondo a Via
Sant’Ambrogio si trovava la porta di San Martino a nord. Sulla sinistra della strada d’accesso al centro
storico è posto il monumento ai caduti, con una grande statua in bronzo raffigurante un fante. L’opera è del
casalese Guido Capra. Un’altra lapide che ricorda i caduti in guerra è affissa al muro laterale della chiesa di
San Giovanni Evangelista opera di Nino Campese.
Chiesa di San Giovanni Evangelista
La chiesa di San Giovanni Evangelista, edificata sull’antico teatro dei Gonzaga. L’attuale chiesa fu consacrata
dal cardinale Federico Borromeo il 17 settembre 1620. Il campanile barocco fu ricostruito nel 1759,
Piazza del Municipio
Pochi passi e si arriva in piazza del Municipio sulla quale si affacciano notevoli e antichi palazzi; la grande e
bella chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Ambrogio e San Giorgio oltre al palazzo del municipio e al palazzo
feudale donato dai Savoia ed ora casa parrocchiale.
La piazza ha un aspetto ordinato ed elegante coronata da lampioni in ghisa e da pilastrini in pietra.
Palazzo del Municipio
La lapide sulla facciata del palazzo del comune, ricorda allorquando il 3 maggio 1859 ebbe luogo sulle
sponde del fiume Po, il primo fatto d’arme della seconda guerra d’indipendenza italiana. I reparti austriaci
comandati dal maresciallo Giulaj furono attaccati dai bersaglieri piemontesi, sistemati sulla sponda destra
del Po a Frassineto. Sulla lapide sono ricordati i primi otto soldati piemontesi morti nel primo scontro per
l’indipendenza e l’unità d’Italia.
Casa parrocchiale
E’ una casa porticata di origine seicentesca con la facciata in mattoni a vista, che le da un aspetto di
maestosità e sicurezza; l’edificio fu donato dal Duca di Savoia, Vittorio Emanuele il 21 agosto 1716 per
essere adibita a canonica.
Chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio e Giorgio
E’ senza ombra di dubbio il monumento più importante di Frassineto Po. Uno scrigno di preziose opere
d’arte e ricordi storici legati alla storia ecclesiastica del paese. Dalle origini fino al 1806 epoca napoleonica,
fu Caput Plebum dell’Arcidiocesi di Milano.
Qui diamo alcuni cenni delle opere, ma non ci dilunghiamo troppo, merita una visita guidata.
La facciata esterna, in stile neoclassico, è spartita da quattro colonne e due pilasti angolari. I capitelli di
questi sono compositi con festoni, frutti e fiori. La chiesa è dotata di un grande timpano decorato con un
affresco raffigurante la Madonna Assunta.
Il campanile, in stile romanico, si presenta massiccio ed è risalente al XV secolo, facendo parte della torre
dell’antico castello. La chiesa fu costruita tra il 1444 e il 1454 da Bonifacio, marchese del Monferrato, fu
realizzata con un disegno a croce greca e poi nel 1781-1798 con un ampliamento fu trasformata a croce
latina. È dotata di molti finestroni semicircolari con vetri colorati, interni intensamente decorati da affreschi
ottocenteschi dai fratelli Ivaldi detti i muti; i grandi affreschi in presbiterio sono di inizio ottocento del
pittore Giuseppe Lavelli di Milano (raffigurano S. Ambrogio che ferma Teodosio e San Carlo che porta la
Comunione agli appestati); ha tre navate e cupola sulla crociera. Entrando non si può non notare le due
eleganti pile dell’acqua santa in marmo rosso di Verona.
L’altare maggiore in legno seicentesco è stato recentemente ricollocato e domina in tutto il suo splendore il
presbiterio; è di scuola vercellese ed è stato trasportato a Frassineto su di una barca via fiume sul Sesia e
poi sul Po. Da sempre è monumento regionale.
La sacrestia conserva una parte museale molto importante con libri del 500 e oggetti liturgici ambrosiani tra
i quale la “ferula ambrosiana” del ‘500.
Il quadro più importante probabilmente è “La Madonna del Rosario” di Pellegrino Tibaldi e Simone
Peterzano, inoltre si trova una tela di Orsola Caccia e della scuola del Moncalvo.
Nel 1911 la chiesa venne elencata tra gli edifici monumentali nazionali.
Case nobiliari del centro storico
Attorno alla chiesa parrocchiale si trova un reticolo di vie che s’immettono alla piazza dove si possono
ammirare i portici che arricchiscono le case più antiche, come quella gotica di Palazzo Margara, con un
bellissimo terrazzo coperto, una rarità da queste parti.
In via Silvio Pellico, si trova Palazzo Gonzaga, la residenza dei Duchi di Mantova. Costruzione del XVI secolo,
con portico, imponenti torrette, è attualmente sede della Casa di Riposo per Anziani.
In via Sant’Ambrogio, al civico 22, sopra ad una porta che dovrebbe far accedere in un cortile è affrescata a
modello di edicola religiosa, una madonna nera con bambino tra i santi.
Rilevante il palazzo con Torretta della famiglia Zemide e il palazzo Oddone-Novelli anch’esso con bella
torre.
Palazzo Mossi
In via Guglielmo Marconi, si trova Palazzo Mossi stile impero. Questo palazzo fu costruito nel 1812
dall’architetto Agostino Vitoli di Spoleto, per disposizioni di Mons. Vincenzo Maria Mossi già Vescovo di
Alessandria, la cui famiglia deteneva il feudo dal 1739. Il palazzo anticamente era circondato da un grande
giardino, ora totalmente scomparso. È rimasto solo il maestoso ingresso ad arco, che si prospetta su piazza
Vittorio Veneto. Ingresso in stile dorico, il cui architrave è decorato con bucrani, metope e triglifi. Suddiviso
su due piani, con un avancorpo circolare che funge da fulcro per le due ali. Purtroppo il palazzo negli anni
ebbe diversi passaggi di proprietà. Attualmente solo un’ala del palazzo, quella ad est è di proprietà
comunale ed è stata restaurata e trasformata negli ultimi decenni come sede del villaggio del libro. Un
enorme contenitore dove è possibile trovare vecchi libri, riviste e libri nuovi di piccole case editrici. Nel
palazzo ha sede l’Accademia di cultura Bernardino Cervis ed è il luogo della premiazione della Biennale
Teresah di letteratura e poesia. Nella parte alta del palazzo ha sede il Museo dell’interpretazione del
paesaggio del Po, una bella rappresentazione del territorio rivierasco del Po da Valenza a Trino vercellese.
Chiesa della Madonna degli Angeli.
La chiesa fu costruita nel 1620 e consacrata dall’Arcivescovo di Milano Federico Borromeo. Nel 1799 le
truppe francesi vi ricoverarono i soldati malati e feriti. La chiesa dalla sua costruzione fino al 1867 fu di
proprietà della Confraternita dei Battuti o dei Disciplinati, conosciuti come i “Batù”. Con lo scioglimento
della Confraternita, la chiesa passò di proprietà comunale.
La semplice facciata della chiesa presenta quattro lesene con decorazioni a festoni ed è in stile barocco
lombardo. Sulla facciata sono presenti anche due nicchie con all’interno due statue, ormai irriconoscibili per
la corrosione del tempo e degli agenti atmosferici. L’interno è a navata unica con volte a botte. I quadri che
abbelliscono le pareti rappresentano la vita della Madonna del pittore Giacomo Francesco Cipper detto il
Todeschini – databili tra il 1715 e il 1736. Il quadro centrale rappresenta la Madonna con i Santi Ambrogio e
Giorgio contornata da numerosi angeli.
Chiesa San Giovanni del Giarone
La chiesa di S. Giovanni del Giarone si trova in territorio di Frassineto, ma sulla riva sinistra del Po, una volta
raggiungibile attraverso il ponte di barche, ora non più funzionante. Fu fondata nel 1630 e aveva un
patrimonio di 72 moggia. Era situata in un’area alluvionale, nella zona di confluenza tra fiume Po e Sesia.
Veniva allagata dalle frequenti esondazioni del fiume e fu più volte ricostruita nell’età moderna; all’inizio
del Novecento dopo una terribile piena fu inghiottita dalle acque e per lungo tempo non più riedificata.